Fonte: Wikipedia
Prodotto alimentare ottenuto dalla lavorazione del grasso del maiale nella preparazione dello strutto.
Il grasso viene tagliato in piccole parti e viene messo a cuocere su fuoco lento così da far fondere la parte grassa e consentire l’evaporazione dell’acqua contenuta. Quando i pezzi di grasso hanno acquistato un colore giallastro vengono versati in un canovaccio, spremuti e infine insaporiti con l’aggiunta di aromi, che possono essere, chiodo di garofano, cannella, pepe, noce moscata o altro, in dosi e proporzioni variabili a seconda del norcino. A volte vengono salati.
La parte colata è lo strutto, la parte solida residua sono i ciccioli. Dopo la torchiatura i ciccioli possono essere lasciati in formella oppure sbriciolati a caldo. Si conservano fino a due mesi.
I ciccioli sono un alimento ipercalorico che, nella tradizione contadina, rappresentava un ottimo pasto, in unione alla polenta. Ora si utilizzano soprattutto per accompagnare aperitivi ed antipasti. Sbriciolati rendono più gustose focacce, pane e polenta.
I ciccioli, diffusi in tutta Italia, a seconda delle zone vengono chiamati con nomi diversi: nella nostra regione “grasul” in Romagna, “graséi” nel Piacentino, “grasò” o “grasòl” nel Reggiano, “grasò” o “cicioli” nel Ferrarese, “grasooli” nel Modenese.
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